lunedì 17 settembre 2018

Antonello Cresti_Nei Solchi della Musica Altra


La prima intervista del blog è ad Antonello Cresti, ideatore della saga letteraria di "Solchi Sperimentali" (arrivata al terzo libro) e del collettivo/associazione "Rete dei Solchi Sperimentali".

1. Puoi presentarci la trilogia di Solchi Sperimentali?
In principio fu un libro omonimo nel quale intendevo mettere a raccolta un ventennio di miei ascolti molto trasversali nel tempo, nello spazio e nello stile, che però fossero accomunati da uno spirito di ricerca, una curiosità che io ho associato da asubito all’idea di “alterità”. Da qui la non-definizione di “musiche altre” che oramai mi accompagna da qualche anno. Il secondo passo – fondamentale per la costruzione di tutto il progetto che travalica l’aspetto editoriale è stato “Solchi Sperimentali Italia” in cui ho indagato 50 anni di produzioni “altre” nel nostro Paese, con tantissime interviste esclusive a corredo. L’ultimo “Solchi Sperimentali Kraut” è un momento retrospettivo su uno dei fenomeni realmente fondativi rispetto ad un modo di intendere la musica, ossia il cosiddetto krautrock, la musica underground tedesca degli anni settanta.

2. Sappiamo che ci sono state uscite di materiale multimediale a nome Solchi Sperimentali. Ce ne puoi parlare?
La follia più grande che finora ci siamo concessi è stata far diventare un saggio musicale (“Solchi Sperimentali Italia”) il pretesto per un film vero e proprio, con la regia di Francesco Paolo Paladino e vari ruoli fiction ali. Un’esperienza molto divertente che credo abbia spalancato le porte dell’underground a molti, anche se altrettanti si saranno indispettiti per il tono surreale e autoironico della intera vicenda. Sempre con Paladino abbiamo recentemente girato un docufilm dedicato alla straordinaria figura di Juri Camisasca. Il titolo di questa opera è “Non Cercarti Fuori”.

3. Come è nato il collettivo/associazione Rete dei Solchi Sperimentali? Di cosa si occupa?
Una volta entrato in contatto con centinaia e centinaia di musicisti nel nostro Paese era bene immaginare una sorta di coordinamento orizzontale per poter meglio valorizzare i vari progetti sul territorio, coinvolgerli nelle nostre numerose iniziative pubbliche e a nostra volta accogliere idee, aiuti e suggerimenti. Questo è la nostra Rete, senza troppi giri di parole!

4. Oltre a Solchi Sperimentali, ci sono state altre uscite letterarie a nome Antonello Cresti?
Si. Ho iniziato a pubblicare nel 2004 occupandomi prevalentemente di temi musicali e contro culturali legati al Regno Unito, un luogo a cui ho dedicato anche un paio di esperimenti di narrativa di viaggio. Le mie fatiche editoriali sono ancora tutte reperibili online, per chi intendesse approfondire.

5. C'è stato un tempo in cui Antonello Cresti è stato anche musicista. Ci parli di quell'esperienza?
Ho iniziato sui banchi del Liceo esattamente venti anni fa coi Cocainomadi, un progetto anarcoide e irriverente di “porno rock” (così lo chiamavamo). Poi è venuta l’epoca delle sperimentazioni più dichiarate e consapevoli con Nihil Project, coi quali abbiamo pubblicato 3 album ufficiali. Ho partecipato anche a progetti estemporanei live o in studio, tra questi ricordo il progetto internazionale In Yonder Garden.

6. Ad ogni presentazione di un libro targato Solchi Sperimentali, fai esibire i musicisti della città in cui si svolge la presentazione. Quanto è importante per te la promozione di artisti di varie realtà? Qual è la tua opinione sulla musica in Italia di oggi?
Direi che questo aspetto è essenziale, fosse altro per non rischiare di compiere una operazione troppo astratta e teorica. E’ davvero necessario passare sempre dalle parole alle azioni concrete, per quanto mi riguarda. Attraverso i miei giri in Italia ho conosciuto, oltre che un fermento incredibile di realtà creative, una umanità parallela che mi ha destato nuova fiducia. L’Italia non è quella che ci raccontano, né quella che ci raccontiamo. Basta convincersene.

7. Quali sono i progetti futuri legati a Solchi Sperimentali e non?
Tantissimi progetti in essere che dovrebbero proiettarci sempre più in un cono di luce e in una dimensione professionale, anche se al momento siamo in piena fase di progettazione ed è giusto mantenere il riserbo. Sto scrivendo un libro diverso da tutti i miei precedenti, un libro di sociologia della musica che si intitolerà “La Scomparsa della Musica” e che vedrà gli interventi anche di Renzo Cresti, Giancarlo Cardini, Stefano Sissa, Enrica Perucchietti e Pino Bertelli. Mi sto divertendo a scriverlo e credo potrà suscitare qualche dibattito anche acceso nell’ambiente.

8. Attualmente stai facendo molte presentazioni dell'ultimo libro di Solchi Sperimentali in tutta Italia. Quali sono le date più vicine?
Il 6 Ottobre tornerò a Genova  assieme alla Camerata Mediolanense e ai R.U.G.H.E di Fabio Zuffanti. A fine Ottobre tre date condivise con Juri Camisasca ad Arco (Tn), Treviso e Sieci (Fi).

9. Sei diventato, da poco, direttore artistico del locale Dietro Le Quinte alle Sieci, in provincia di Firenze. Ci puoi dare qualche anticipazione della stagione concertistica?
Questa è la nostra prima collaborazione  a vasto raggio, non per singole serate e questa opportunità ci ha dato la possibilità di operare col massimo di trasversalità. Dalla free improvisation di Eugene Chadbourne alla musica celtica di Vincenzo Zitello, dal mondo spirituale di Juri Camisasca, alle atmosfere gotiche e apocalittiche di Atarxia, Lyke Wake, Globoscuro. Dall’elettronica di Becuzzi alle “canzoni devianti” di Tavernelli, Sara Rados e Tenedle, senza dimenticare la serata con Aborym e Valerio  Orlandini al Circus Club di Scandicci (FI). E a sigillare tutto un festival con dieci artisti sul palco, ad Aprile. Sono molto ansioso di iniziare questa avventura, il 19 Settembre. E penso che ci saranno anche sorprese in corso d’opera…

10. Finisci questa intervista come vuoi.
Avanti con serenità, consapevolezza e convinzione. Il futuro è nostro.

Lorenzo Squilloni

Nessun commento:

Posta un commento