La prima intervista del blog è ad Antonello Cresti, ideatore della saga letteraria di "Solchi Sperimentali" (arrivata al terzo libro) e del collettivo/associazione "Rete dei Solchi Sperimentali".
1. Puoi presentarci
la trilogia di Solchi Sperimentali?
In principio fu un libro omonimo
nel quale intendevo mettere a raccolta un ventennio di miei ascolti molto
trasversali nel tempo, nello spazio e nello stile, che però fossero accomunati
da uno spirito di ricerca, una curiosità che io ho associato da asubito
all’idea di “alterità”. Da qui la non-definizione di “musiche altre” che oramai
mi accompagna da qualche anno. Il secondo passo – fondamentale per la
costruzione di tutto il progetto che travalica l’aspetto editoriale è stato
“Solchi Sperimentali Italia” in cui ho indagato 50 anni di produzioni “altre”
nel nostro Paese, con tantissime interviste esclusive a corredo. L’ultimo
“Solchi Sperimentali Kraut” è un momento retrospettivo su uno dei fenomeni
realmente fondativi rispetto ad un modo di intendere la musica, ossia il
cosiddetto krautrock, la musica underground tedesca degli anni settanta.
2. Sappiamo che ci
sono state uscite di materiale multimediale a nome Solchi Sperimentali. Ce ne
puoi parlare?
La follia più grande che finora ci
siamo concessi è stata far diventare un saggio musicale (“Solchi Sperimentali
Italia”) il pretesto per un film vero e proprio, con la regia di Francesco
Paolo Paladino e vari ruoli fiction ali. Un’esperienza molto divertente che
credo abbia spalancato le porte dell’underground a molti, anche se altrettanti
si saranno indispettiti per il tono surreale e autoironico della intera
vicenda. Sempre con Paladino abbiamo recentemente girato un docufilm dedicato
alla straordinaria figura di Juri Camisasca. Il titolo di questa opera è “Non
Cercarti Fuori”.
3. Come è nato il
collettivo/associazione Rete dei Solchi Sperimentali? Di cosa si occupa?
Una volta entrato in contatto con
centinaia e centinaia di musicisti nel nostro Paese era bene immaginare una
sorta di coordinamento orizzontale per poter meglio valorizzare i vari progetti
sul territorio, coinvolgerli nelle nostre numerose iniziative pubbliche e a
nostra volta accogliere idee, aiuti e suggerimenti. Questo è la nostra Rete,
senza troppi giri di parole!
4. Oltre a Solchi
Sperimentali, ci sono state altre uscite letterarie a nome Antonello Cresti?
Si. Ho iniziato a pubblicare nel
2004 occupandomi prevalentemente di temi musicali e contro culturali legati al
Regno Unito, un luogo a cui ho dedicato anche un paio di esperimenti di
narrativa di viaggio. Le mie fatiche editoriali sono ancora tutte reperibili
online, per chi intendesse approfondire.
5. C'è stato un tempo
in cui Antonello Cresti è stato anche musicista. Ci parli di quell'esperienza?
Ho iniziato sui banchi del Liceo
esattamente venti anni fa coi Cocainomadi, un progetto anarcoide e irriverente
di “porno rock” (così lo chiamavamo). Poi è venuta l’epoca delle
sperimentazioni più dichiarate e consapevoli con Nihil Project, coi quali abbiamo
pubblicato 3 album ufficiali. Ho partecipato anche a progetti estemporanei live
o in studio, tra questi ricordo il progetto internazionale In Yonder Garden.
6. Ad ogni
presentazione di un libro targato Solchi Sperimentali, fai esibire i musicisti
della città in cui si svolge la presentazione. Quanto è importante per te la
promozione di artisti di varie realtà? Qual è la tua opinione sulla musica in Italia
di oggi?
Direi che questo aspetto è
essenziale, fosse altro per non rischiare di compiere una operazione troppo
astratta e teorica. E’ davvero necessario passare sempre dalle parole alle
azioni concrete, per quanto mi riguarda. Attraverso i miei giri in Italia ho
conosciuto, oltre che un fermento incredibile di realtà creative, una umanità
parallela che mi ha destato nuova fiducia. L’Italia non è quella che ci
raccontano, né quella che ci raccontiamo. Basta convincersene.
7. Quali sono i
progetti futuri legati a Solchi Sperimentali e non?
Tantissimi progetti in essere che
dovrebbero proiettarci sempre più in un cono di luce e in una dimensione
professionale, anche se al momento siamo in piena fase di progettazione ed è
giusto mantenere il riserbo. Sto scrivendo un libro diverso da tutti i miei
precedenti, un libro di sociologia della musica che si intitolerà “La Scomparsa
della Musica” e che vedrà gli interventi anche di Renzo Cresti, Giancarlo
Cardini, Stefano Sissa, Enrica Perucchietti e Pino Bertelli. Mi sto divertendo
a scriverlo e credo potrà suscitare qualche dibattito anche acceso
nell’ambiente.
8. Attualmente stai
facendo molte presentazioni dell'ultimo libro di Solchi Sperimentali in tutta
Italia. Quali sono le date più vicine?
Il 6 Ottobre tornerò a
Genova assieme alla Camerata Mediolanense e ai R.U.G.H.E di Fabio
Zuffanti. A fine Ottobre tre date condivise con Juri Camisasca ad Arco (Tn),
Treviso e Sieci (Fi).
9. Sei diventato, da
poco, direttore artistico del locale Dietro Le Quinte alle Sieci, in provincia
di Firenze. Ci puoi dare qualche anticipazione della stagione concertistica?
Questa è la nostra prima
collaborazione a vasto raggio, non per singole serate e questa
opportunità ci ha dato la possibilità di operare col massimo di trasversalità.
Dalla free improvisation di Eugene Chadbourne alla musica celtica di Vincenzo
Zitello, dal mondo spirituale di Juri Camisasca, alle atmosfere gotiche e
apocalittiche di Atarxia, Lyke Wake, Globoscuro. Dall’elettronica di Becuzzi
alle “canzoni devianti” di Tavernelli, Sara Rados e Tenedle, senza dimenticare
la serata con Aborym e Valerio Orlandini
al Circus Club di Scandicci (FI). E a sigillare tutto un festival con dieci
artisti sul palco, ad Aprile. Sono molto ansioso di iniziare questa avventura,
il 19 Settembre. E penso che ci saranno anche sorprese in corso d’opera…
10. Finisci questa
intervista come vuoi.
Avanti con serenità, consapevolezza
e convinzione. Il futuro è nostro.
Lorenzo Squilloni